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I 9 mesi della gravidanza tra cambiamenti e riflessioni

  • Roberta Bernardi
  • 12 ott 2015
  • Tempo di lettura: 3 min

La gravidanza è un periodo fantastico per la donna che la vive, vede il suo corpo trasformarsi e mille attenzioni sono rivolter a lei e al suo pancione. Ma mille dubbi assalgono la neo mamma e paure inconsce si impossessano dei suoi pensieri..... quando non sente il bimbo muoversi dentro di sè si chiede cosa sta succedendo; quando apre l'armadio e vuole uscire... nessun vestito pare rendere giustizia al suo corpo; quando è in compagnia di amici, in una piacevole serata, è lì che si fa mille domande su quel bicchiere di vino che sta sorseggiando in compagnia; quando la notte si gira e rigira nel letto pare che nessuna posizione riesca a farle prendere sonno e ripensa a quei valori strani nelle analisi del sangue appena ritirate. Insomma, la donna nei 9 mesi della gravidanza oscilla tra periodi di estasi e momenti di sconforto e paure per quello che può accadere al suo cucciolo. Cosa fare? Innanzitutto fondamentale è non chiudersi in se stesse ma uscire, parlare con amiche e parenti, frequentare corsi di preparazione al parto grazie ai quali si può trovare una risposta ai dubbi che si hanno, non rinunciare alle vecchie abitudini e, fondamentale, non restringere la vita sociale!

A livello fisiologico la trasformazione in questi 9 mesi è evidente a tutti, nell'ambito psicologico invece, bisogna prestare attenzione ai vari mutamenti che la futura madre attraversa e non sottovalutare i piccoli segnali che lancia. Queste trasformazioni psicologiche non sono tutte negative, anzi alcune di esse sono vitali per la specie umana. Il senso di attacamento, così profondo tra madre e bambino nei nove mesi di gestazione, porta a far si che il neonato possa contare su un accudimento che lo accompagnerà costantemente nei primi anni di vita.

Soffermiamoci un attimo ad analizzare gli step psicologici che tutte le neo mamme attraversano durante la gestazione. Il primo trimestre è un susseguirsi di mutamenti veloci che da subito possono creare difficoltà alla donna, come la stanchezza, il senso di nausea, gli sbalzi d'umore e si ha quindi bisogno di un assestamento psichico per fronteggiare il nuovo stato insorto. Dall'altro lato la donna vive un senso di smarrimento e paure poichè, la delicatezza di questa prima fase, non consente pienamente di gioire dell'evento capitato. Il secondo trimestre è nettamente diverso: ci si comincia a tranquillizzare sulla paura di aborto spontaneo e si inizia a mentalizzare l'idea di diventare genitore. Da un punto di vista fisico, la donna ritrova benessere ed energia e questo porta ad una maggiore accettazione dei cambiamenti corporei. La sessualità ne trae giovamento e con essa si rinsalda il legame di coppia e l'intimità tra i due partner. Da un unto di vista psicologico, la donna subisce un mutamento.... la percezione dei movimenti fetali dentro il proprio corpo rendono il bambino "vivo e reale" e da qui parte la costante comunicazione intrauterina tra madre e figlio. Questa è una pietra miliare del rapporto psicologico tra i due e con il passare del tempo, quando i movimenti fetali riescono ad essere percepiti all'esterno, è importante che in padre entri in questo tipo di comunicazione. Il terzo trimestre (ultima fase della gravidanza) è caratterizzato da momenti altalenati sia da un punto di vista fisico che psicologico. Il pancione è ormai ingombrante e alcuni sintomi gravidici tornano a fare capolino. Ci si confronta con il tema del parto e a livello psicologico iniziano a tornare tutti i dubbi e le paure, questa volta legati al travaglio o all'idea di una nascita prematura. A questo punto sono diverse le reazioni di una donna; c'è chi vive questa attesa con naturalezza e come parte di un processo fisiologico che deve giungere al termine, al contrario c'è chi vive l'ultimo periodo in un susseguirsi di ansie e paure all'idea di provare dolore o all'idea che il proprio corpo possa essere trasformato e lacerato in maniera irreversibile.

In queste fasi gioca un ruolo chiave il partner, poter contare su un compagno empatico, sensibile ed accogliente permette di elaborare gli aspetti psicologici negativi e attraversare senza danni le "altalene" psicologiche tipiche della gravidanza.


 
 
 

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PENSIERI DI UNA LETTRICE.....

 

Negli affari di cuore si è sempre in tre: lui,lei e.... l"attesa.Tutto in amore ,dal primo sguardo al primo bacio, passa attraverso di lei: presenza silenziosa ma piuttosto ingombrante. L'attesa è presente in ogni fase di una relazione. C'è chi aspetta che l'altro si faccia avanti, chi attende il fidanzato alla fermata del treno, chi spera ad una promessa di matrimonio, chi convive con l'attesa che l'amato tronchi un'altra relazione per vivere il proprio legame alla luce del sole....

Ci sono persone che sbuffano nell'attesa di trovare il patner dei sogni, quelle che aspettano le sue scuse e perfino chi ,molto vigliaccamente, attende di essere lasciata per rifarsi una vita. L'attesa entra nelle nostre vite quando siamo adolescenti, già ai tempi della scuola ,nel momento in cui preghiamo per ricevere l'invito a uscire dal ragazzo che ci piace.

Una cosa è certa: quando si parla d'amore non bisogna aver fretta, perchè c'è sempre qualcosa o qualcuno da aspettare.

Dal mio punto di vista, tutte le attese sono difficilmente sopportabili; però ce n'è una che mi scoccia particolarmente: aspettare di essere aiutata e capita quando si ha bisogno. Ecco,tra tutte ,questa è la più odiosa perchè non ci si abitua, a nessuna età, ad aspettare la commiserazione dell'altro. Insomma, in tempi come questi, dove tutto va velocissimo, solo l'amore conserva ritmi diversi.

Qui non vince chi fugge,come recita il famoso detto: in amore vince chi sa aspettare, a patto che ne valga la pena!!!!!!!!

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