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Tesoro, arriva un fratellino o una sorellina....

  • Dott.ssa Bernardi Roberta
  • 16 nov 2015
  • Tempo di lettura: 3 min

Per il primogenito, la nascita del fratellino (o sorellina), è sempre un evento traumatico che mette a rischio l'equilibrio raggiunto. Anche laddove sia vissuto con gioia, attesa e partecipazione, difficilmente il bimbo più grande non risentirà dell'arrivo del più piccolo. Non foss'altro perché, per la prima volta, non avrà più mamma e papà tutti per sé. E' opportuno quindi preparare il nostro primogenito al lieto evento sin dal quarto mese di gravidanza: è bene coinvolgere il bambino senza però forzarlo nei preparativi pratici, come l'acquisto dei vestitini o l'allestimento della culla. Gli servirà ad assimilare in anticipo l'idea. L'importante è farlo con gradualità e far sembrare tutto un gran bel gioco dove lui (o lei) resta comunque al centro della scena.

Se ha un’età inferiore ai due anni, è sufficiente spiegargli ben poco prima della nascita, basta dire che nella pancia della mamma sta crescendo un bambino, il suo fratellino! Il mio consiglio è di fargli vedere dei libri illustrati sul tema e parlare con lui come fosse un nuovo gioco da vivere insieme nei mesi che verranno. Anche raccontare una fiaba a tema può giovare per preparare il terreno.

Per i bambini di tre o quattro anni la gravidanza diventa qualcosa di concreto quando la pancia comincia a crescere e si avvertono i movimenti del feto, perciò non bisogna tenergli nascosto niente perché i bambini di quella età capiscono molto di ciò di cui discutono gli adulti. Quando dopo quattro mesi la gravidanza è ormai certa bisogna comunicarlo al bambino e fargli vivere il tutto con serenità e gioia.

La cosa più importante è dimostrare affetto al bambino il più spesso possibile. All’inizio ha bisogno di queste conferme, come dell’aria per respirare. Basta sfogliare insieme l’album delle foto di quando era piccolino e raccontargli di quando lui stesso era un neonato, avrà molte domande da farvi: "Cosa mangiavo? Piangevo tanto? Mi portavate in braccio?". A ogni vostro racconto e ad ogni risposta alle sue domande, acquisirà la sicurezza di essere stato amato e curato proprio come il suo fratellino o la sua sorellina. Attenzione, può anche succedere in questa fase, o nei primi mesi dopo il parto, che il primogenito voglia tornare neonato o che voglia il pannolino. Concedetegli questo “regresso” ma limitatelo a un gioco e ad una fase breve e non duratura nel tempo.

E' importante che la mamma coinvolga il figlio maggiore nelle cure del neonato: farsi aiutare a fare il bagnetto, a mettergli il pannolino, la crema o cercare il ciuccio, ma il tutto deve avvenire spontaneamente, senza forzature o costrizioni. Quando il piccolo è a posto, concedete un po’ di tempo al più grande, così si sentirà altrettanto importante e saprà di essere amato come prima.

Vi suggerisco di evitare alcuni attegiamenti con i primogenit (COSE DA NON FARE)i:

  • Dire al bambino che lui è grande. Un bambino di 2, 3, 4 anni non è grande. É un bambino che, da un giorno all'altro, ha perso il suo trono, la corona e lo scettro. Va capito, aiutato e guidato verso il nuovo ruolo che gli è toccato in sorte (e che ha anche dei vantaggi se mamma e papà sono in grado di metterli in luce).

  • Confrontare continuamente un bambino con l'altro . Ciascun bambino è diverso. Ciascuno bambino svilupperà le sue attitudini personali a prescindere dagli imput forniti da genitori. E mamma e papà, per quanto si possano sforzare, non avranno mai lo stesso comportamento con i loro figli.

  • Comprarsi il bambino più grande con giocattoli e regali. Quello che i primogeniti vogliono, anche se non sono in grado di chiederlo, è l'amore e l'attenzione di mamma e papà. Questa è la sola cosa che i genitori devono continuare a dare a tutti i loro figli.

  • Bollare il primogenito come il "bambino capriccioso". É probabile che la nascita del fratellino provochi degli scompensi., ed è probabile che, nei primi mesi , il più grande subisca delle regressioni (molti torano a bagnare il letto, non vogliono dormire da soli, si rifiutano di mangiare, piangono e strillano per un nonnulla). Mamma e papà devono metterlo in conto e attrezzarsi di santa pazienza per far fronte a una situazione che, la maggior parte delle volte, è passeggera.

  • Negare che nulla è cambiato. Papà e mamma hanno, al contrario, il dovere di spiegare al bambino che la situazione è diversa, che molte delle sue frustrazioni sono dovute al fatto che non è più il centro della loro attenzione. Che il bambino appena arrivato è un 'piccolo vampiro' che succhia tempo e risorse. Ma che crescerà, diventerà autonomo e smetterà di essere messo così al centro di ogni progetto.

Non allarmatevi quindi se il vostro figlio maggiore fa capricci o ha delle fasi regressive alla nascita del bebè.... è tutto parte di quel bagaglio emotivo di cui la psiche è costituita e tutto ciò serve a metabolizzare l'evento ed assimilarlo!


 
 
 

Commenti


PENSIERI DI UNA LETTRICE.....

 

Negli affari di cuore si è sempre in tre: lui,lei e.... l"attesa.Tutto in amore ,dal primo sguardo al primo bacio, passa attraverso di lei: presenza silenziosa ma piuttosto ingombrante. L'attesa è presente in ogni fase di una relazione. C'è chi aspetta che l'altro si faccia avanti, chi attende il fidanzato alla fermata del treno, chi spera ad una promessa di matrimonio, chi convive con l'attesa che l'amato tronchi un'altra relazione per vivere il proprio legame alla luce del sole....

Ci sono persone che sbuffano nell'attesa di trovare il patner dei sogni, quelle che aspettano le sue scuse e perfino chi ,molto vigliaccamente, attende di essere lasciata per rifarsi una vita. L'attesa entra nelle nostre vite quando siamo adolescenti, già ai tempi della scuola ,nel momento in cui preghiamo per ricevere l'invito a uscire dal ragazzo che ci piace.

Una cosa è certa: quando si parla d'amore non bisogna aver fretta, perchè c'è sempre qualcosa o qualcuno da aspettare.

Dal mio punto di vista, tutte le attese sono difficilmente sopportabili; però ce n'è una che mi scoccia particolarmente: aspettare di essere aiutata e capita quando si ha bisogno. Ecco,tra tutte ,questa è la più odiosa perchè non ci si abitua, a nessuna età, ad aspettare la commiserazione dell'altro. Insomma, in tempi come questi, dove tutto va velocissimo, solo l'amore conserva ritmi diversi.

Qui non vince chi fugge,come recita il famoso detto: in amore vince chi sa aspettare, a patto che ne valga la pena!!!!!!!!

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