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MAMMA ASCOLTAMI! LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO DA 0 A 3 ANNI


I bambini hanno una predisposizione fisiologica ad apprendere il linguaggio, un processo molto complesso che si verifica nel corso dei primi tre anni di vita. Lo sviluppo della comunicazione e del linguaggio avviene attraverso una serie di fasi che si succedono una all’altra per tutti i bambini ma che sono soggettive per ognuno, per ciò che riguarda tempi, modi e strategie utilizzate.

Nei primi mesi di vita del nostro bambino assistiamo a meccanismi vocali: è questo il periodo della lallazione, ovvero la ripetizione dello stesso suono come mezzo comunicativo. Solo con il raggiungimento del primo anno di vita possiamo parlare di linguaggio vero e proprio.

Nel corso del primo anno il bambino :

  • riconosce il nome proprio;

  • dice due-tre parole oltre a dire “mamma” e “papà”;

  • imita parole familiari;

  • comprende istruzioni semplici;

  • le parole possono essere usate come simboli per indicare gli oggetti (ad es., auto = garage; acqua = mare; etc.);

Per facilitare lo sviluppo del linguaggio in questo periodo, la mamma deve rispondere ai balbettii ed ai gorgheggi, deve parlare al piccolo durante i momenti in cui ci si prende cura di lui, deve leggere ogni giorno libri illustrati, raccontare filastrocche o cantare canzoni, deve insegnare al bambino i nomi degli oggetti e delle persone con cui viene a contatto quotidianamente. E’ utile in questa fase portare il bambino con sé in posti nuovi e in nuove situazioni o giocare a semplici giochi con il piccino (per esempio a “cucu-eccolo”).

Tra uno e due anni il bambino:

  • capisce la negazione “no”;

  • ha un vocabolario di 10-20 parole, inclusi i nomi propri di persona;

  • unisce due parole per dire ad esempio “mamma pappa”;

  • fa “ciao-ciao” con la mano e gioca a “cucu-eccolo”;

  • riproduce il verso degli animali più comuni;

  • porge un giocattolo quando gli viene richiesto;

  • usa la parola “ancora” per indicare ciò di cui ha bisogno (per esempio per indicare che vuole più pappa, o che vuole continuare a giocare);

  • indica dov’è il suo naso, gli occhi e le mani o i piedi;

  • quando gli viene richiesto, va a prendere gli oggetti che stanno in un’altra stanza;

Ciò che favorisce lo sviluppo del linguaggio in questo periodo è senza dubbio l’incoraggiare e il rinforzare i tentativi del bambino di dire nuove parole. Bisogna parlare col piccolo descrivendo i particolari di ciò che si sta facendo, lentamente ed in maniera semplice e chiara.

E’ importante in questa fase prestare attenzione al bambino mentre parla e descrivergli tutto quello che fa, ascolta o prova; stimolante ed efficace è inoltre fargli ascoltare dischi, audio-cassette e video-cassette. Ricordiamoci infine che è fondamentale lodare gli sforzi comunicativi del bambino per una buona acquisizione del linguaggio.

Tra i due e i tre anni nostro figlio:

  • sa identificare le parti del corpo umano;

  • simula dei dialoghi tra sé ed i suoi giocattoli;

  • usa espressioni come “Che cosa è questo?” oppure “Dov’è il mio ……?”;

  • usa frasi negative composte di due parole tipo “Non voglio”;

  • inizia a saper usare le forme plurali di alcune semplici parole;

  • ha un vocabolario di circa 450 parole;

  • inizia a conoscere i nomi propri delle persone e indica la sua età con le dita della mano;

  • sa formare semplici frasi composte da soggetto e verbo (ad esempio, “mamma bere”);

  • capisce semplici concetti di tempo, tipo “ieri notte” o “domani”;

  • inizia a riferirsi a sé stesso dicendo “io” piuttosto che chiamandosi col proprio nome (inizia a formarsi quellom che in psicologia è chiamato il Se);

  • cerca di attirare l’attenzione degli adulti dicendo “guardami”;

  • gli piace ascoltare più volte la stessa storia;

  • non sa ancora distinguere tra il “Si” ed il “No” e potrebbe dire “No” anche quando significa “Si”;

  • parla con gli altri bambini nello stesso modo con cui parla con gli adulti;

  • cerca di risolvere le difficoltà parlandone, piuttosto che piangendo o picchiando gli altri;

  • pone domande sul “dove” si trovano gli oggetti o le persone;

  • denomina gli oggetti o le immagini più comuni;

  • costruisce semplici frasi del tipo: “Ne voglio di più” o “Io voglio biscotto”;

  • abbina tre-quattro colori e possiede il concetto di “grande” e “piccolo”;

Ciò che favorisce lo sviluppo del linguaggio in questo periodo è senza dubbio il ripetere più volte le parole nuove. E’ importante in questa fase di sviluppo leggere al bambino una favola , magari prima di andare a dormire la sera. Prestiamo attenzione a ciò che il piccolo ci dice quando ci parla e facciamo domande in modo che possa ragionare sulle cose e parlarne. Di massima utilità è completare le frasi che il bambino dice (per esempio, se il piccolo esclama "Ancora succo", noi completiamo dicendo: "Marco vuole ancora il succo").

Teniamo a mente però che esistono rilevanti differenze da bambino a bambino e che queste possono essere dovute a cause diverse: genetiche, sessuali (le femmine, in genere, parlano prima dei maschi), ambientali (i bimbi allevati in istituti, o da persone che interagiscono poco verbalmente, possono presentare un ritardo nell’acquisizione del linguaggio). Per questo non allarmiamoci subito se nostro figlio non parla, ognuno ha i suoi tempi e forse… il nostro piccolo non ha ancora nulla da dirci!


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